VOLERSI BENE
Quando qualcuno è a terra non gli dai un calcio, gli tendi la mano per aiutarlo ad alzarsi. È un tema importante per me e che mi è capitato di affrontare con i miei figli recentemente.
Oggi sono tornato a correre dopo quasi tre settimane. Nonostante la mia forma fisica rasenti l’imbarazzante, ho portato a casa 10km in un percorso che mi porta a “scalare” gli ultimi 3km e qui arriva il nesso con la prima parte di questa riflessione.
A metà della scalata, quando la stanchezza subentra e non ti puoi nascondere dalla realtà dei fatti, mi sono trovato a pensare a quanto fossi fuori forma, a quanto fossi sovrappeso per i miei standard, a quanto non avesse senso fare quella fatica in quel momento.
Poi mi sono ricordato che quando uno è a terra non gli dai un calcio ma gli tendi la mano per aiutarlo ad alzarsi. E se questo è vero nei confronti degli altri, è ancora più vero nei propri confronti.
Così mi sono detto di essere stato ambizioso ad uscire nonostante le condizioni (caldo, afa, stanchezza), coraggioso a provare a spingere in salita nonostante fossero quasi tre settimane che non correvo, che a prescindere dal tempo e dal risultato che avrei raggiunto ne valeva la pena, che mi volevo bene.
La fatica non è andata via, la salita non è diventata meno ripida ma la mia percezione dello sforzo è cambiata, in meglio. Sono arrivato in cima alla salita. E domani parto da un poco più in alto.
Ovunque ti trovi nel percorso, a prescindere da quanto ambizioso sia il tuo obiettivo, come ti parli influisce attivamente sul tuo senso di potercela fare. Provaci la prossima volta.