WORK & LIFE BALANCE
Riflettevo con un’amica sul significato del lavoro e di come questo sia cambiato negli ultimi decenni. Questa conversazione mi ha obbligato a riordinare un pensiero che avevo in testa da tempo e per questo le sono grato.
Provo a condividervelo.
L’amica: “Sono d'accordo con le tue riflessioni, ma credo che i ragazzi. più che sapere ciò che vogliono, sanno benissimo ciò che non vogliono perché spesso hanno come riferimento adulti insoddisfatti, stressati, disillusi. Vanno per esclusione. I ragazzi si devono lasciar inspirare da un modello positivo di leadership, devono sentirsi parte di qualcosa che abbia un senso, ed è per questo che secondo me il cambiamento deve partire dall'alto. Devono trovare una fonte di ispirazione e il resto viene da se, anche lavorare ogni tanto il weekend o rinunciare alla palestra.. secondo me è proprio la nostra generazione che forse potrebbe fare la differenza in questo senso”.
La mia riflessione.
Verissima la prima parte, l'adulto insoddisfatto è un simbolo chiaro nella mente del giovane e dice, per lo più, "io così non ci voglio diventare" e credo anche che modelli virtuosi forti siano importanti per alimentare la speranza nei giovani. Infatti, in assenza di una domanda precisa da parte dei giovani, dovremmo lavorare su noi stessi. Lavorare il weekend o saltare la palestra che significato hanno per te, per me, per un giovane, per i giovani? Per te potrebbe essere il modo in cui dimostri amore per la tua opera, per me potrebbe significare il sacrificio, per un giovane una privazione, per un altro proattività e così via.
Si parla tanto di work & life balance ma sto iniziando a pensare che non sia corretto definirlo in questo senso perché il bilanciamento avviene nel momento in cui i significati del lavoro e della vita sono all'altezza dei sentimenti che io ho nei confronti del lavoro e della vita. Posso fare 10 ore di coaching un giorno, arrivare stremato e andare a letto con il sorriso sulla faccia ed essere pronto a rifarlo il giorno dopo. Il solo pensiero di fare 8 ore di contabilità mi fa salire l'ansia e voglio scappare.
Quando arriviamo a percepire il lavoro come male necessario, il bisogno di fuggire diventa un atto di ribellione dettato dall'urgenza di stare meglio e ci ricordiamo che possiamo trovarlo nella vita, come se vita e lavoro potessero solo esistere come opposti (lavoro negativo, vita positivo).
Il paradosso in questo caso è che cerchiamo la vita quando il lavoro non ci soddisfa, invece di pensare al lavoro come parte della nostra vita, pensiamo al lavoratore scisso dall'essere umano e non solo questo non è possibile, il farlo a mio avviso aumenta la difficoltà di chiarire significati, sentimenti e trovare un'armonia.
Immagina di cambiare il work & life balance, in life & mother balance oppure life & wife balance oppure husband & friends balance, forse viene più immediato ragionare di significati e sentimenti in questo senso, perchè sono ruoli che viviamo che non percepiamo come opposti, ma parte di uno stesso essere, l'essere umani.