TESTA O CUORE?

“Con il cuore Flavio. Questa. Con il cuore.”

Il tennis è uno sport crudele, forse il più crudele. Partite che durano ore, il gioco effettivo è una frazione del tempo totale ma tu sei sempre in gioco. Ogni errore è un punto per l’avversario ed è tendenzialmente quasi sempre e solo colpa tua. Si gioca in un ambiente di silenzio effimero che ad intermittenza esplode ponendo l’accento su un tuo successo o una tua disfatta, spesso con la stessa intensità. Sei solo. Anche se la Coppa Davis è un po’ diversa.

Come qualche altro milione di persone ho guardato le finali della Coppa Davis la scorsa settimana. Mi ha colpito un momento particolare del tie-break del terzo set in semifinale, quello-che-se-secondo-i-cronisti-anche-se-avessimo-perso-la-finale-ce-lo-saremmo-ricordati-a-vita-ma-per-fortuna-che-abbiamo-vinto-la-finale-e-sono-curioso-se-fra-un-mese-qualcuno-si-ricorderà-della-semifinale. Cobolli e Bergs hanno avuto una serie che è parsa infinita di match point contro e poi a favore. Ogni volta che inquadravano Volandri o la squadra Italiana tutti, guardando Cobolli, gli dicevano la stessa cosa: “con il cuore”, indicando il proprio cuore.

Ho faticato a capirla sul momento. Cobolli mi era parso particolarmente nervoso, in tensione, agitato, in altre parole mi sembrava che stesse già facendo tutto di cuore quindi ho trovato controproducente il suggerimento. Mi sono trovato sul divano a parlare ad alta voce, pregando per un po’ di calma, pazienza, insomma, un po’ di testa. 

Poi ho avuto un’epifania e mi sono chiesto: ma cosa è funzionale per Flavio in questo momento? Vuoi vedere che il suo capitano, il suo allenatore e i suoi compagni sanno qualcosa che io non so (sarebbe scioccante me ne rendo conto) per cui gli stanno suggerendo il cuore consci del fatto che, in quel momento, suggerirgli la testa (o qualsiasi altra parte del corpo) sarebbe quasi sicuramente deleterio? Non parlo di giusto o sbagliato, ma di funzionale o non funzionale per raggiungere un obiettivo.

Ora, per la mia esperienza, ogni volta che ho suggerito ad una persona incazzata di tranquillizzarsi, non è mai andata benissimo. Ma soprattutto, in un momento cruciale della performance, suggerire di usare la testa ad una persona il cui punto di forza è il cuore e ha bisogno di appoggiarsi a quello per raggiungere il proprio obiettivo è altamente controproduttivo. E il suo team lo sapeva e non ha mancato una singola occasione per tenerlo concentrato sul suo punto di forza.

Bravo team. Bravo Flavio. Viva il giuoco del tennis.

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IL MITO DELLA CURA, POTENZIALITÀ E SFIDE